Vino Biologico: una scelta a tutela dell’ambiente e della tradizione

Vino Biologico: una scelta a tutela dell’ambiente e della tradizione

Vino Biologico

La storia del vino biologico è legata a doppio filo con quella dall’agricoltura Biologica. Bisogna precisare che di fatto tutto il sistema agricolo dalla sua nascita 10.000 anni fa fino alla metà del secolo scorso può essere definita Bio dato che solo negli ultimi 100 anni l’avvento della tecnologia chimica ha fatto si che alcune sostanze diventassero protagoniste nel mondo agricolo.

Negli ultimi anni, però una maggiore attenzione alla salute e allo sfruttamento ambientale ha portato ad immaginare un’agricoltura più in armonia con l’ambiente naturale che sapesse bilanciare produzione e qualità. Di tutte le possibili strade percorribili solo una è finanziata e disciplinata a livello Europeo: quella Biologica.

Cos’è l’agricoltura biologica?

La scelta di orientarsi ad un sistema di agricoltura Biologica è stata caldeggiata soprattutto per perseguire alcuni obiettivi:

  • mantenere e migliorare fertilità del suolo e biodiversità,
  • ridurre l’utilizzo di fattori di produzione esterni (energia e risorse naturali),
  • promuovere la filiera corta e le produzioni locali,
  • limitare l’inquinamento ambientale,
  • sostenere il benessere animale e non ricorrere a OGM, diserbo e concimi chimici.

Quello che si vuole ottenere quindi è un prodotto di qualità, privo di residui tossici, capace di rispettare l’ambiente e la salute di vegetali, animali e uomo.

Cos’è il vino biologico?

la gestione e la coltivazione del vino è un processo molto delicato per la natura particolarmente sensibile della pianta alle aggrssioni esterne. Ciononostante, nella vigna vigono gli stessi principi dell’agricoltura Biologica.

Questo vuol dire attenersi a rigidi protocolli:

  • si utilizza il diserbo meccanico piuttosto che quello chimico;
  • si preferiscono i concimi organici a quelli minerali; rame, zolfo e lotta biologica a prodotti chimici di sintesi per la difesa della pianta;
  • si cerca di mantenere il vigneto in equilibrio soprattutto con le tecniche agronomiche: in fase di progettazione con la scelta di varietà, clone, portinnesto e forma di allevamento e successivamente con interventi sulla chioma, potatura ragionata e monitoraggio puntuale.

 Se prima del 2012, però, si poteva parlare solamente di vino ottenuto da uve biologiche, il Regolamento UE 203/2012 ha specificato le norme di vinificazione e le modalità di etichettatura del vino biologico. Il limite in solforosa totale è più basso rispetto a quello del vino convenzionale e non si possono utilizzare alcune tecniche enologiche considerate troppo invasive (come dealcolizzazione parziale, elettrodialisi e resine a scambio cationico).

Intraprendere questa strada che parte dalla conversione delle coltivazioni fino all’ottenimento della certificazione, è una scelta complessa dettata però, sempre dalla volontà di produrre un vino di alta qualità nel rispetto della Biodiversità e anche della sua storia.

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